Dedicare maggiore attenzione alle principali aree terapeutiche e destinare risorse a progetti “ad alto valore”. Sono queste le motivazioni che hanno spinto AstraZeneca ad abbandonare la ricerca nel settore delle neuroscienze, uno dei più impegnativi per quanto riguarda lo sviluppo di farmaci.
Lo ha annunciato Sharon Barr, Head of Biopharmaceuticals Research and Development della pharma anglo-svedese, che lascia tre programmi relativi alla malattia di Alzheimer, all’emicrania e al dolore associato al diabete o all’osteoartrite, ma mantiene quello relativo a candidato in fase di sviluppo contro la Malattia di Parkinson, che rientrerà nella linea di ricerca sulle Malattie Rare.
Lo scorso anno AstraZeneca ha registrato vendite per quasi 51 miliardi di dollari, la maggior parte delle quali provenienti da farmaci par patologie oncologiche, cardiovascolari e respiratorie. Sempre nel 2024 AstraZeneca ha fissato due obiettivi importanti: raggiungere 80 miliardi di dollari di fatturato annuo e lanciare 20 nuovi farmaci entro il 2030.
La pipeline dell’azienda conta oltre 100 candidati, due dei quali potrebbero diventare trattamenti per l’obesità. Vicino alla rampa di lancio c’è anche AZD0780, candidato per il trattamento delle iperlipidemie. AZD0780 ha ottenuto recentemente risultati positivi in uno studio clinico di fase intermedia.